San Gregorio, condanna in cassazione per il comandante dei vigili
«Mi sento un perseguitato politico»
Sabato 30 Ottobre 2010 Catania (Provincia),
Di fatto, al maggiore Buscemi viene contestata la falsità del cartellino di presenza del 14 gennaio 1999, nella parte relativa all'orario di entrata. In sintesi, si contesta la timbratura del cartellino avvenuta venti minuti dopo l'orario di ingresso, ma in sua assenza in ufficio e solo per quel giorno. Non vi è reato continuato e
A chiedere conto e ragione della vicenda è stato, con un esposto alla Procura della Repubblica e al prefetto di Catania, il segretario della Lega per l'Indipendenza della Sicilia, Salvatore Emmanuele, che sottolinea «come all'epoca dei fatti l'amministrazione comunale non si costituì parte civile nel processo penale» e si chiede «come mai il prefetto fino ad oggi non ha inteso provvedere?».
Secondo Emmanuele «ai sensi degli artt. 18 e 23 del Dpr n. 3/1957 il comandante doveva essere destituito». Per l'amministrazione di allora «era necessario aspettare la sentenza definitiva prima di intervenire» mentre «secondo l'art. 5 della legge n. 65 del 1986, basterebbe la semplice sentenza di primo grado per la revoca della qualifica di agente di pubblica sicurezza da parte del prefetto».
L'attuale sindaco, Remo Palermo è venuto a conoscenza della sentenza a seguito di una richiesta inoltratagli dai suoi assessori che ne chiedevano i risvolti. «Successivamente - precisa Palermo - dopo aver consultato il legale dell'Ente, ho dovuto informare il prefetto con una nota in tal senso».
Intanto, il comandante Buscemi, il quale ricorda che durante la sua carriera ha sempre «lavorato con una media di 400 ore in più non retribuite, come dai tabulati», è andato in ferie per completare i residui spettanti per poi, a gennaio del 2011 (e non del 2012 come riferito erroneamente nell'esposto), andare in pensione.
Alfio Patti e-mail
30/10/2010
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