lunedì 10 gennaio 2011

Il Sindaco di San Gregorio Remo Palermo perde il controllo dei suoi consiglieri e umiliato abbandona l'aula consiliare

San Gregorio, polemica su debito fuori bilancio

«Bisognava aspettare l'inchiesta»

«Non abbiamo votato la delibera di riconoscimento del debito fuori bilancio di 300mila euro, relativo alla sentenza del Tribunale di Mascalucia contro il Comune di San Gregorio, perché prima bisognava aspettare l'esito della commissione di inchiesta istituita appena il giorno prima».
Così spiegano la scelta di non votare la delibera i capigruppo del Pdl e Mpa, rispettivamente Giovanni Zappalà e Salvo Cambria. In due rispettive note i capigruppo di opposizione hanno spiegato che la delibera andava votata dopo che la commissione di inchiesta, istituita il giorno prima, avesse indagato sulla questione relativa al pagamento di 300mila euro da riconoscere agli ingegneri Lo Porto e Rapicavoli per un lavoro progettuale risalente al 1992.
«Qualora la Commissione - si chiede Zappalà - dovesse rilevare qualcosa di anomalo nella conduzione della pratica o a carico degli organi di amministrazione o a carico di terzi o di entrambi e dovesse suggerire la trasmissione degli atti nella sede più opportuna, non potrebbe tale decisione essere pregiudicata dalla delibera di riconoscimento del debito fuori bilancio?».
Dello stesso avviso è Salvo Cambria che ha riconosciuto, inoltre, al capogruppo Pd, Paolo Saija, il merito di aver fatto rispettare il regolamento e permesso l'istituzione della commissione d'inchiesta.
«Il sindaco - ha detto Cambria - non era nemmeno a conoscenza del regolamento, dal momento che pretendeva che la commissione fosse composta da soli consiglieri di maggioranza e, irritato, ha abbandonato l'aula consiliare. E' stato il prof. Saija che ha preso le redini in mano e ha fatto rispettare le regole».
In sostanza, quello che insospettisce i consiglieri di opposizione, e non solo (esattamente 12 su 20), è che «mentre da un lato - dicono - si è perduto molto tempo per poter fare ricorso (oltre un anno e 45 giorni sono trascorsi, considerato che la sentenza è del giugno 2009), dall'altro non si è voluto attendere nemmeno un giorno affinché la commissione d'inchiesta verificasse eventuali reati».
Alfio Patti

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