LOMBARDO: Mai preso soldi dalla mafia - CONTRO DI ME ACCUSE INDECENTI - MIO FRATELLO NON E' STATO MAI PICCHIATO.
Il governatore, cosi', smonta punto per punto le notizie trapelate sul suo coinvolgimento e la sua 'vicinanza' ad ambienti della criminalita' organizzata e non esita a definire le fughe di notizie degli ultimi giorni di 'chiara matrice politica'. 'Piu' volte a dire la verita' - spiega Lombardo - la Procura di Catania si e' espressa su questa vicenda, con documenti che sono a disposizione di tutti e gia' dallo scorso 29 marzo ha parlato di 'matrice politica', di 'una pubblicazione determinata da contrapposizioni di natura politica''.
La lunga 'difesa' del presidente della Regione siciliana inizia con una valutazione del suo operato. 'La mafia - dice Lombardo - e' innanzitutto sfruttamento del bisogno. Io, pur se tra mille errori e manchevolezze, penso che le mie scelte da oltre 10 anni siano sotto gli occhi di tutti, anche dei magistrati, e tutte si siano contraddistinte per aver ostacolato la prosecuzione secolare dello sfruttamento del bisogno tipico di Cosa nostra'. Poi il governatore tocca tutti i punti dell'inchiesta nella sua lunga arringa difensiva. Innanzitutto il pentito Maurizio Avola, 'un collaboratore o ex che e' destituito di affidabilita'. Dopo dieci anni di silenzio mi vede in tv e resta folgorato - dice Lombardo -, raccontando di bar, macchine che non ho mai avuto. Dichiarazioni del tutto infondate, da cui pero' parte tutto'.
'Contro di me - ha accusato Lombardo - c'e' un attacco mediatico indecente: il direttore del Tg1 Minzolini in 12 giorni mi ha riservato ben cinque aperture di telegiornale.
Questa campagna e' un insulto violento anche alla magistratura inquirente e non solo'.
Alla domanda circa l'ipotesi di dimissioni in caso di rinvio a giudizio, il Governatore replica:'Non mi sono posto il problema, questa cosa non sta ne' in cielo ne' in terra'.
La lunga 'difesa' del presidente della Regione siciliana inizia con una valutazione del suo operato. 'La mafia - dice Lombardo - e' innanzitutto sfruttamento del bisogno. Io, pur se tra mille errori e manchevolezze, penso che le mie scelte da oltre 10 anni siano sotto gli occhi di tutti, anche dei magistrati, e tutte si siano contraddistinte per aver ostacolato la prosecuzione secolare dello sfruttamento del bisogno tipico di Cosa nostra'. Poi il governatore tocca tutti i punti dell'inchiesta nella sua lunga arringa difensiva. Innanzitutto il pentito Maurizio Avola, 'un collaboratore o ex che e' destituito di affidabilita'. Dopo dieci anni di silenzio mi vede in tv e resta folgorato - dice Lombardo -, raccontando di bar, macchine che non ho mai avuto. Dichiarazioni del tutto infondate, da cui pero' parte tutto'.
'Contro di me - ha accusato Lombardo - c'e' un attacco mediatico indecente: il direttore del Tg1 Minzolini in 12 giorni mi ha riservato ben cinque aperture di telegiornale.
Questa campagna e' un insulto violento anche alla magistratura inquirente e non solo'.
Alla domanda circa l'ipotesi di dimissioni in caso di rinvio a giudizio, il Governatore replica:'Non mi sono posto il problema, questa cosa non sta ne' in cielo ne' in terra'.
LOMBARDO, MIO FRATELLO NON E' STATO PICCHIATO
Smentisce il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo che suo fratello Angelo, deputato nazionale Mpa, sia stato picchiato da mafiosi per ritorsione di favori promessi e non fatti, come dichiarato da un collaboratore di giustizia nell'ambito dell'inchiesta antimafia 'Iblis' della Dda di Catania. "Non e' vero. Se uno viene picchiato per una ragione poco commendevole, oscura, o ci si cura a casa con medici compiacenti. Mio fratello si e' fatto ricoverare per due volte in un ospedale che ha circa 500 posti letto, e' stato tre giorni la' ed essendo un deputato e' stato visitato dal direttore generale, da medici, da infermieri, da curiosi. Pensate che a tutta questa gente si possono nascondere ferite sanguinolente da pestaggio. E' una sciocchezza, una bugia", ha affermato Lombardo durante la conferenza stampa.
INTERCETTAZIONI: LOMBARDO, ASSOLUTAMENTE CONTRARIO A LIMITAZIONE
''Ci siamo schierati contro la limitazione dell'uso delle intercettazioni ''. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, nel corso di una conferenza stampa sottolineando come l'arresto di Iovine non si sarebbe potuto verificare se non ci fosse stato il coordinamento delle intercettazioni che sembrano di secondaria importanza e invece sono fondamentali'.
Le intercettazioni, ha detto ancora Lombardo, ''vanno usate da tutti i magistrati, ci vuole una fiducia assoluta, guai se distinguessimo tra chi ci piace chi non ci piace, se entrassimo in questa distinzione mineremmo il rispetto che e' alla base dell'autonomia e dell'indipendenza. La magistratura e' così, piaccia o non piaccia''.
Le intercettazioni, ha detto ancora Lombardo, ''vanno usate da tutti i magistrati, ci vuole una fiducia assoluta, guai se distinguessimo tra chi ci piace chi non ci piace, se entrassimo in questa distinzione mineremmo il rispetto che e' alla base dell'autonomia e dell'indipendenza. La magistratura e' così, piaccia o non piaccia''.
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