martedì 2 novembre 2010

Il Consiglio delle polemiche S. Gregorio.

Il Consiglio delle polemiche S. Gregorio.

Venticinque surroga Sartori, Vitale rieletto vicepresidente

  • Martedì 02 Novembre 2010
  • Catania (Provincia),
  • pagina 35
Durante un'incandescente riunione del Consiglio comunale di San Gregorio vi è stata la surroga del consigliere Piero Venticinque, de «La Coccinella», che ha preso il posto di Francesco Sartori, nominato recentemente assessore. Durante la riunione, è stato eletto anche il vicepresidente dell'assemblea, Angelo Vitale, che ritorna, dopo le dimissioni di un mese fa, al suo posto.
Dimissioni, rientri, dissensi e «giri di valzer» sono stati definiti dal gruppo Pdl «una sorta di labirintite - ha spiegato Ivan Albo - una specie di farsa politica che non diverte nessuno e paralizza da tempo l'attività amministrativa del paese».
L'intervento del consigliere Albo ha aperto un alterco con il sindaco, Remo Palermo, a seguito del quale potrebbe scaturire una querela da parte del consigliere nei confronti del primo cittadino. Come se non bastasse, un altro momento di tensione si è avuto quando il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Camilleri, ha denunciato la possibile presentazione di una mozione ai suoi danni per mezzo della quale «si tenta di condizionare il mio operato - ha detto -; da tempo si parla di una lettera nella quale mi si vuole sfiduciare, ma io non mi lascio intimidire perché ho le carte in regola per rimanere al mio posto».
Sull'esistenza della lettera, il capogruppo del Mpa, Salvo Cambria, ha chiesto chiarimenti al sindaco, il quale non ha dato una risposta chiara ed esaustiva e ha preferito abbandonare l'aula.
Il consigliere Laura Aliotta, appartenente al gruppo di sinistra più tradizionale e coerente della Giunta Palermo insieme con Paolo Saija e Paolo Schilirò, davanti ai continui tentativi del sindaco di trovare una stabilità per la maggioranza «con ogni mezzo», si è dichiarata indipendente. «Intendo la politica - ha detto la Aliotta - come percorso di idee riconoscibili, ma quando una maggioranza non è alimentata da un gruppo omogeneo e con identità di valori, le sue scelte sono snaturate ed è doveroso chiamarsene fuori, valutando le azioni punto per punto senza deleghe in bianco».
Il contenuto dell'intervento dell'Aliotta è stato condiviso anche dal capogruppo del Pd, Paolo Saija.
Alfio Patti


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