domenica 21 novembre 2010

SAN GREGORIO: SINDACO INCOMPATIBILE secondo l'art. 63, comma 6, del decreto legislativo n. 267/2000

San Gregorio: la corte dei conti rivuole 90mila euro

Il SINDACO REMO PALERMO in qualità di primo cittadino non ha mai versato le somme non dovute "lui che avrebbe dovuto dare l'esempio".

 

Ex consiglieri devono ridare i «gettoni»

 

Ammonta a circa 90 mila euro la somma che in tredici, tra consiglieri e oggi amministratori, dovrebbero restituire alle casse comunali perché indebitamente ricevute, così come richiesto dalla Corte dei Conti. Il "reato", però, viene contestato al dott. Roberto Avellino, all'epoca dei fatti capo area dell'ufficio finanziaria e affari generali, il quale avrebbe dovuto vigilare con più attenzione sulla questione. Si tratta della trasformazione del gettone di presenza in indennità di funzione (560 euro mensili), avvenuta con delibera consiliare n. 5/2005. Tale indennità non può comportare maggiori oneri finanziari al Comune, ma soltanto "pari o minori oneri finanziari" rispetto alla spesa che deriverebbe dal pagamento dei gettoni di presenza per l'effettiva partecipazione alle sedute del Consiglio e delle commissioni. Al momento è in atto un procedimento, il cui epilogo si attende con la sentenza prevista per febbraio 2011. La circolare del Ministero dell'Interno n. 8/2001 prevede che annualmente bisogna verificare la relazione tra le presenze e le assenze alle riunioni e gli oneri affrontati dal Comune. Ciò, a quanto pare, non è stato fatto. Gli anni inquisiti sono il 2005, 2006 e 2007. Si tratta degli allora consiglieri Remo Palermo (oggi sindaco) Alfredo Pennisi, Cosimo Sgroi, Cristoforo Sardo, Stefano Lo Bianco, Antonino Amata (deceduto) Carmelo Corsaro, Francesco Cristaldi, Francesco Iacobello, Andrea Platania, Paolo Schilirò (oggi assessore), Carmelo Miuccio e Gabriella Greco (ora assessore). Tra questi, solo Greco e Corsaro hanno attivato la procedura di restituzione, versando metà dell'importo; Schilirò e Lo Bianco, invece, hanno già saldato il conto. Per il resto è tutto sospeso, ma sono state trattenute le somme relative all'aggiornamento Istat. L'attuale consigliere Lo Bianco, che si batte per ridurre i costi della politica, dall'anno scorso sollecita l'amministrazione, chiedendo «che intenzione abbia per recuperare le somme indebitamente percepite - ha scritto in una nota - tenuto conto che solo il sottoscritto, Schilirò, Greco e Corsaro hanno già versato nelle casse comunali cospicue somme. Nemmeno il sindaco - conclude - che in qualità di primo cittadino dovrebbe dare l'esempio, ha versato le somme non dovute».
Dello stesso avviso anche il consigliere Corsaro: «Mi sono messo subito a disposizione per pagare, in quanto non intendo avere ciò che non mi spetta e ho già dato metà dell'importo dei 7.000 euro. Ora attendo gli esiti della sentenza. Ho chiesto al sindaco che fine hanno fatto i soldi già recuperati, ma non ho avuto mai una risposta». Corsaro, nel frattempo solleva il problema dell'incompatibilità. Infatti, in base all'art. 63, comma 6, del decreto legislativo n. 267/2000 «E' incompatibile colui che ha un debito liquido ed esigibile verso il Comune e/o la Provincia ed è stato legalmente messo in mora e abbia ricevuto invano notificazione dell'avviso». Gli altri consiglieri, alcuni di amministrativa, intendono, invece, fare ricorso.

Alfio Patti

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